linux user group brescia

Buonasera,

Il 25/01/16, Manuel Dusi<manuel.dusi a gmail.com> ha scritto:
> Scusate ragazzi ma io la vedo diversamente. Tutte le competenze richieste
> non sono ne più ne meno di una persona smaliziata e volenterosa che lavora
> da qualche anno e fa parte del mondo dell’IT. Il plus lo vedo come il
> seguire le varie appendici sul suolo italiano. E questo azienda lo sa e ne
> terrà conto in fase di colloquio offrendo la doverosa offerta per un vero
> junior che vuole crescere, oppure valutando candidati piu’ “costosi” ma che
> rientrano nel budget previsto.

Su questo sono d'accordo soprattutto perché la quantità di conoscenze
richieste non è trascendentale. Il problema sarà trovarsi con un HR
che si troverà 30 persone candidate ed effettuerà una cernita
violenta basandosi solo sull'esperienza lavorativa dimostrabile o presunta tale.

> Non dimentichiamo che oggi il costo del
> personale, è purtroppo più che mai la voce di costo più importante in un
> bilancio. Sarà infine il candidato ad accettare oppure declinare con
> eleganza offerte non ritenute idonee. Chi vi parla è un dipendente che
> gestisce risorse da qualche annetto…

Sei un (micro-medio-HR) manager nel senso di chef?
Di Project Manager per software house? Perché AFAIK
neanche in tutto il terziario il costo del lavoro è il costo
che incide di più. È vero forse in agricoltura, mentre
nell'industria è spesso irrisorio rispetto a quello
delle materie prime o delle tasse. Chi lo dice non sa di cosa
stia parlando, paga troppo i suoi commerciali, oppure
sta giocando a "Starving the Beast" e il fatto che lo dicano in tanti
non è indice di verità, altrimenti staremmo tutti usando la cacca
come companatico ai pasti: miliardi di mosche non possono sbagliare.
Chi ti parla è un cretino qualsiasi, quindi vedi tu se credermi o no.