linux user group brescia

immagine del castello

Archivio della mailing list

[LugBS] Intervista Tanenbaum

Alexjan Carraturo axjslack a gmail.com
Mar 22 Nov 2011 11:44:10 UTC
Il 22 novembre 2011 12:13, Andrea Gelmini <andrea.gelmini a gmail.com> ha scritto:
> Il 22 novembre 2011 10:13, Alexjan Carraturo <axjslack a gmail.com> ha scritto:
>> Direi che non si tratta di una banale gelosia, e che, esistono dei
>> punti quanto meno controversi che non hanno mai trovato una effettiva
>> soluzione, ma, come dicevo, non chiuderei il tutto come "gelosia tra
>> colleghi", anche solo per rispetto.
>
> Non vedo nulla di offensivo nell'attribuire della gelosia. Il valore
> di una persona non varia perché prova le emozioni che accumunano gli
> esseri umani.
> Il fatto è, mi pare, che con la tipica saccenza propria degli
> accademici, Tanenbaum avesse tacciato di stupidita' Torvalds, agli
> albori, sostenendo cose fantastiche, relative ai microkernel (dalle
> performance alla stabilita'). A vent'anni di distanza, la storia, ci
> ha dimostrato che tutte queste fantasticherie sono rimaste solo sulla
> carta, e che quanto prodotto dal suo team (mi riferisco a T.) non sia
> utilizzato da nessuno (il che ovviamente non toglie nulla al valore di
> ricerca dello stesso). Nel frattempo - sempre la storia - ha dato
> ragione alle tesi di Torlvads.
>
> Insomma, a me da' l'idea di quello che il vernacolo romano ben
> identifica come "rosicone".
> Con la fastidiosa differenza di non riuscire ad ammetterlo, parandosi
> dietro a fantomatiche scuse (i commenti apparsi su LWN relativamente
> all'articolo sono un ottimo spunto di ragionamento). Cade a mio avviso
> nel solito errore: ipersemplifica i fatti per sostenere che lui sia
> super cool, e il mondo super cattivissimo.
>
> Se unisco a questo il fatto che gli ci siano voluti quasi vent'anni
> per rilasciare il codice in forma libera. Per altro, non è che mi pare
> ci sia molta farina del suo sacco nei sorgenti...
>
> Tosto che non abbiamo piu' l'eta' per fare dei flame, la vera domanda
> è: cosa ci può insegnare il percorso del progetto di Minix?
> Io temo che la filosofia di Ruffoni sia, alla fine, quella vincente.
> Il nostro, discutendo con il vicino della gestione dell'orto,
> contrapponeva l'idea del "poco fatto piano e bene", al "tanto fatto a
> cazzo".
> Temo che anche con i sistemi operativi vinca la seconda...
>
> Faccio sempre fatica anche a ricordare il cognome di un altro rosicone
> che fatica ad ammettere il fallimento dell'incredibile sistema
> operativo che ci aveva promesso... uhm... mi pare che di nome faccia
> Riccardino...
>
> Dai, scherzi a parte, se vogliamo discuterne davvero mi pare che
> l'aspetto interessante riguardi le complessita' - tecniche e
> manageriali - per creare/sviluppare/gestire un sistema operativo (e di
> come questo abbia assolutamente bisogno di nuovi approcci e
> stravolgimenti di peradigma). Sicché me ne sto zitto, perché a
> riguardo mi pare di non avere nulla da aggiungere a quanto gia'
> apparso sempre su LWN.
>
> Baci a tutti,
> Gelma
>
> --
> Info/Lamentele/Segnalazioni: andrea.gelmini a gmail.com
>

Anche in questo caso non semplificherei troppo. Se è vero che il
Microkernel di Tanenbaum non abbia raccolto alcun successo, è vero che
le considerazioni relative al Microkernel hanno invece trovato il
favore dei maggiori vendor di SO, che usano approcci ibridi
(attenzione al termine ibrido) all'interno dei loro prodotti (per
dirne un paio Microsoft ed Apple)

Scartare dette considerazioni solo perchè considerate "gelosia", mi
sembra il non voler riconoscere certi limiti legati al kernel Linux.

Come ho detto in precedenza, ma forse in modo poco chiaro, Minix non
ha certo un futuro, se non per fini ricreativi e didattici. Sta di
fatto che non è solo la "qualità del codice", ma anche l'architettura
e le considerazioni che stanno alla base dell'architettura che devono
far riflettere.


Poi, ovviamente ognuno e libero di trarre le conclusioni
tecniche/commerciali che preferisce; adoro i sistemi GNU/Linux, e la
loro semplicità (termine da prendere con le molle) ha permesso a me e
a tanti altri di avere un sistema Unix-like, aperto ed accessibile.

Non per questo ritengo che non sia il caso di cominciare, come altri
hanno già fatto, a guardare un po' più avanti dell'approccio
"monolitico", che per certi versi ereditiamo da BSD-Unix. È
verosimile, almeno per me, credere che l'arcdhitettura possa andare
avanti, e, l'approccio Microkernel, anche se ibridato, possa
rappresentare uno step di sviluppo.

mu 2c.

Alex.


-- 
Alexjan Carraturo
--
Free Software User Group Italia administrator (http://www.fsugitalia.org)
Fedora/openSUSE Ambassador
member of FSFE Italian Team

Twitter/Facebook/Identica: axjslack
Blog: http://axjslack.wordpress.com
--



Maggiori informazioni sulla lista Lug