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Trasmissione seriale

Luca Coianiz luca a coianiz.it
Mer 13 Ago 2003 19:10:18 UTC
Vernia Damiano said:
> On Mon, 11 Aug 2003, Luca Coianiz wrote:
>> (...) Standard RS-232 significa che i
>> fili sono collegati in un  certo modo e i dati viaggiano con un
>> certo protocollo a basso livello. (...)
>>  Uhmmm... certo... diciamo che io so che, usando l'RS-232, collego un
>> connettore DTE qui (al PC), uno DCE là (alla macchina) e posso
>> trasmettere dei bit usando dei fili (TX/RX prima di tutto, (...)
> Perfetto. Per i dispositivi industriali qui finisce lo standard.

 Già... sigh. ;)
 Il resto è in mano agli "ingegneri" (mi sto facendo dei nemici, lo sò) ;))))

> Se si dice "PPP" sembra uno che deve andare molto urgentemente al
> bagno...  (e "SLIP" non fa molta differenza)

 Ma possiamo anche dire Xmodem, che non farebbe poi tutta quella
differenza (a parte essere un pò più casto... ma nemmeno troppo: "X" ;)).

 No, a parte gli scherzi, so benissimo (perchè ci ho anche lavorato un pò,
una quindicina di anni fa) che in ambito industriale non è certo tutto
"bello e pulito" e si fanno dei "rebelotti" immondi con l'unica
giustificazione (e non è comunque poco) che risparmiare anche UN solo
filo, su un cavo da 100 metri, vuol dire soldi in meno che deve spendere
chi acquista un certo macchinario (idem per l'impiego di un processore
meno potente o minori quantità di RAM)... oltre a tutto, spesso (era il
mio caso), la mentalità che stà dietro ad una macchina utensile è del
tipo "meccanico" e non elettronico: chi l'acquista non ha (a volte
ovviamente) un approccio "digitale" (per cui si può pensare di fare un
"load", di dare "comandi", ricevere "segnalazioni", ecc.) ma vede 'sta
macchina solo come "una lima un pò più grossa (o veloce)", piuttosto che
come un "robot" da poter interfacciare ad una "control unit".

>> ;)))), che l'operatore umano avesse bisogno, tramite appunto
>> l'interfaccia (UI) di (A) verificare lo stato corrente delle macchine
>> controllate, (B) avviare/arrestare manualmente dei cicli di
>> lavorazione, (...)
> Ahemmm, qui si sta volando _molto_ alti...

 E pensa che ho elencato solo le funzioni (che ritengo) "di base". ;)))

> Qualcuno di voi ha mai
> visto alcune di queste macchine utensili che accettano i programmi dalla
>  porta seriale?

 Sì.

> Sono degli scatolotti indescrivibili ed e' _molto_
> grassa  quando accettano i programmi da seriale e non solo da dischetto
> (spesso  nemmeno da 1.44MB).

 Infatti. ;)

> Oltre a quello che Francesco indicava nella prima e-mail (cat >)
> la cosa piu' avanzata che riescono a fare sulla linea e' il reset (della
>  linea, intendo) per acquisire un nuovo programma. Spesso per farlo
> bisogna  andare sulla macchina, resettare il sistema, dirgli "Aspetta un
> nuovo  programma dalla seriale", inviarglielo da PC e dirgli (dal
> sistema di  controllo) "Programma completo".
> Quelle un po' piu' nuove non fanno molto di piu'...

 Immagino: le mie conoscenze si fermano a c.ca 15 anni fa... lavoravo in
IRMAC (Urago Mella), che probabilmente era conosciuta, e facevamo
macchine per calze (Lonati era già così grosso che definirlo un
concorrente voleva dire, per noi, darci delle arie ;)). Ci ho lavorato
solo un anno e mezzo.
 Le nostre macchine erano però piuttosto ben fatte e molto "rifinite"
rispetto allo standard del settore (sono stato in qualche calzificio dove
ho potuto ammirare qualche "mostro" della concorrenza) e la IRMAC non è
certo fallita per l'inadeguatezza del suo prodotto (se ben ricordo, la
IR5 era un gioiellino: tutta elettrovalvole, magneti... e schede con
6809).

 Distribuivamo anche un CAD (sono andato a montarlo in Olanda) per la
creazione dei motivi "ornamentali" (il disegno sul gambaletto della
calza) però, come giustamente dicevi tu, il programma "compilato" dal CAD
doveva essere trasferito in macchina via floppy (1,44MB) oppure via
seriale... ma dall'altra parte del cavo non c'era un PC "di controllo":
c'era uno "scatolo" che trasferiva i dati dall'onnipresente floppy alla
macchina (una specie di "gateway" per floppy su seriale). ;)

>>  ...mentre con Linux bisogna ancora vedere se il driver esistente
>> soddisfa i requirement. :)
>> (magari basta RTLinux per poter usare il driver standard)
> Eheee, ricordo che parliamo di sistemi in cui l'input su seriale
> arriva alla stratosferica velocita' di qualche decina di kiloBIT al
> secondo (38 - 56, non di piu')

 Infatti... da quel che capisco (da Erix) il "problema" non è la velocità
quanto le "capabilities".

> dove le velocita' possono essere cambiate
>  con operazioni del tipo "smonti il pannello e cambi posto a quei
> jumper"  ... e dove spesso si lavora in modo asincrono: la macchina
> procede quando  ha ricevuto il pezzetto di programma da elaborare,
> altrimenti aspetta.
> Non d'appertutto ci sono le ferrari e la meccanica e' ordini di
> grandezza piu' lenta dell'elettronica (ed informatica) "generale".

 Certo... ho capito... però mi pare quantomeno "strano" che in un'area
così industrialmente attiva (e con progettisti che non sono inferiori
proprio a nessuno) come Brescia si sia rimasti, sotto questo punto di
vista (il "controllo centralizzato" con tecnologie un pò più moderne
dell'ascia di pietra), praticamente fermi a quindici anni fa.
 Quello che mi dici non si discosta molto da quanto vedevo io a suo tempo:
con l'elettronica, per esempio, eravamo anni-luce avanti al mercato
statunitense (loro lavoravano ancora unicamente con l'aria compressa:
tutto meccanico).

 Conosco alcune persone (ex IPSIA Moretto) che progetta nel ramo
industriale, soprattutto in piccole imprese, e mi par strano che nessuno
si sia dato da fare, ad esempio, in ambito Linux (Erix sarebbe un
pioniere in questo campo?), tenendo soprattutto conto del fatto che le
"tecnologie" impiegabili non richiedono hardware con prestazioni "di
punta".

      Ciao,
            Luca






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