Suse 8.0
Luca Giuzzi
giuzzi a dmf.unicatt.it
Sab 1 Giu 2002 20:05:42 UTC
On Sat, Jun 01, 2002 at 06:02:32PM +0200, Maurizio Paolini wrote:
>
> > From: marco ghidinelli <marcogh a linux.it>
> > Subject: Re: Suse 8.0
> >
> > On Thu, May 30, 2002 at 10:45:19AM +0200, lcoianiz a libero.it wrote:
> > >
> > > Ultimamente (in realtà da un pò) non riesco a tenermi aggiornato sugli
> > > ultimi fatti della community. Come mai questa "divergenza" dall'Open
> > > Source ?
> >
> > opensource significa sorgente aperto.
> > cioe' leggibile e disponibile. ma in quanto a modificabile, li' dipende
> > dalla licenza del software.
>
> Mi sa che ti stai sbagliando! Dai un'occhiata a
>
> www.opensource.org/docs/definition.html
>
> Per quel che so io (ma mi posso sbagliare) la differenza e' sull'approccio
> alla questione, non su aspetti concreti, come invece sembra dalla tua
> risposta.
>
Sono d'accordo: la differenza essenziale fra Free Software e OpenSource
e' nell'approccio alla questione; filosofico per la FSF e pragmatico
per l'OpenSource Consortium.
Riducendo al massimo la discussione, per la FSF il software deve essere
libero e protetto come forma di libera espressione del pensiero; l'OSC
sostiene che il codice che viene visionato e corretto da piu' persone
e' destinato ad essere migliore rispetto quello sviluppato in un
ambiente sterile.
Possono esistere programmi che sono OpenSource senza essere Free Software
e certo esiste del Free Software che, sebbene `ipso facto' Open Source,
non aderisce allo spirito dell'OSC.
Esempi:
nell'ambito del software libero e' possibile distinguere diversi tipi
di licenze:
1. GPL e GPL-compatibili (es. LGPL, new-BSD, etc.)
2. Libere ma non GPL-compatibili (old-BSD, Artistic, etc.);
3. Aperte ma non libere;
4. `I would have to kill you, were I to show you the code'
[mia definizione]
Le licenze di fascia 1 in genere
a. trattano tutti gli utenti del codice al medesimo modo;
b. non impongono restrizioni/richieste su cosa il codice derivato
debba contenere.
Fra di esse, la GPL richiede che il codice derivato sia rilasciato
con la medesima licenza del codice originale; la BSD no.
Le licenze di fascia 2 possono differenziarsi da quelle di fascia 1 in
quanto richiedono che il codice derivato contenga particolari
caratteristiche proprie di quello originale. Un esempio emblematico
del tutto e' la vecchia licenza BSD che imponeva condizioni sui
messaggi da inserire nei commenti dei files (la famosa
`advertising clause').
In fascia 3 io colloco licenze tipo la MPL o la QPL originaria:
licenze che consentono di vedere/divulgare/modificare il codice ma
impongono condizioni aggiuntive sulla FORMA che le modifiche devono
assumere (il caso della QPL v1, che richiedeva che esse fossero solamente
in forma di patches, ad esempio), ovvero consentono solo ad una entita' ben
definita (di solito i proprietari originali del codice) di riutilizzare
TUTTE le modifiche apportate nel corso dello sviluppo del programma in
modo arbitrario.
Nella quarta categoria ci sono le licenze `puoi leggere il codice, ma
non solo non puoi cambiarlo... non puoi nemmeno parlarne con persone
che non hanno firmato il tuo medesimo contratto'... un esempio per tutti:
la Shared Source di Microsoft.
Venendo al punto essenziale:
il software sviluppato in GPL ma in modo non pubblicamente collaborativo
(ad esempio come prodotto finito all'interno di una istituzione, tipo
selinux) non puo' essere considerato a rigore `Open Source', anche se
la licenza e' compatibile con la definizione di `Open Source';
software sviluppato con licenze tipo la vecchia BSD e' sicuramente
Open Source ma, a rigore, non propriamente `Libero' in quanto c'e'
una richiesta aggiuntiva sulla redistribuzione e sulla scrittura del
codice.
[significativamente, nemmeno RMS attacca licenze come la Artistic o la
old-BSD: il livello di liberta' che esse offrono e' ammissibile nella
ottica del `free software'; ciononostante vale la pena di osservare che
esso e' inferiore a quello della GPL che e' il modello desiderato
e auspicato dalla FSF]
Ciao,
lg
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Lug
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