Libro - biografia di Linus T.
Luca Giuzzi
giuzzi a dmf.unicatt.it
Lun 19 Nov 2001 15:55:33 UTC
Ovviamente c'e' caso e caso... quello che tu mi stai dicendo e' pero'
"io non vendo il software: io vendo la mia competenza specifica che
mi e' costata fatica accumulare e costruire". Il programma che hai
scritto ti semplifichera' la vita, ma non e' quello che ti fai pagare
(credo, in piu', che se le cose stanno cosi' tu nemmeno distribuisca delle
copie binarie): ti domandano di risolvere un problema e tu, con i tools
piu' opportuni, fornisci una risposta.
Una industria puo' prosperare grazie a segreti commerciali, non lo metto
in dubbio; questo non e' il caso per la ricerca scientifica, pero', ove
il confronto e la circolazione di idee sono essenziali.
Credo ci sia una cattiva comprensione di che cosa si intende per
"software libero": per software libero io intendo software che si puo'
usare/modificare/disassemblare/manipolare senza costrizioni una volta
che e' stato diffuso; non intendo (e questa e' anche l'interpretazione
della FSF) software che deve essere diffuso ad ogni costo.
La condizione e' del tipo:
"se distribuisci questo, allora devi garantire questi diritti",
non
"devi distribuire questo per forza".
La differenza e' importante...
Ciao,
lg
On Mon, Nov 19, 2001 at 04:28:12PM +0100, Alfredo Quartini wrote:
>
> Dubito che a qualcuno, tra 20 anni (ma anche tra due anni!!) importera'
> delle conoscenze tecnologie sui processi
> di costruzione di circuiti integrati in tecnologia 0.13 micron. Il punto e'
> proprio che la conoscenza del processo
> tecnologico - costruttivo e la sua implementazione rappresentano il valore
> del tool (che, si o no useranno in 200 in tutto il mondo).
> E se queste conoscenze fossero pubbliche, non ci sarebbe piu' bisogno di una
> consulenza esterna per tentare di capire perche'
> l'acceleratore grafico della Playstation-2 non funziona a poco tempo dal
> lancio sul mercato.
> Tra 20 anni non useranno piu' nemmeno il silicio per costruire i computer
> :-)
>
> Sono perferttamente d'accordo sulla necessita' degli standard dei formati.
> Ma un conto e' leggere e scrivere in modo che diversi ambienti si capiscano,
> un altro e' COME
> gli strumenti decidono cosa scrivere e leggere.
> Tutti devono poter essere in grado di leggere quello che scrivo, ma per
> questioni.... di vile denaro,
> mica posso venire a dirti come ho fatto a scoprirlo.
>
> Sto diventando troppo veniale ?
>
>
>
> -----Original Message-----
> From: Luca Giuzzi [mailto:giuzzi a dmf.unicatt.it]
> Sent: 19 November, 2001 16:09
> To: Alfredo Quartini; lug a lugbs.linux.it
> Subject: Re: Libro - biografia di Linus T.
>
>
> On Mon, Nov 19, 2001 at 03:46:29PM +0100, Alfredo Quartini wrote:
> >
> >
> > interessante...
> > Pero' continuo a pensare che non tutto il software possa essere open
> > (pardon, free).
> > Per esempio, mi riferisco ad alcuni programmi che uso per lavoro e di cui
> > non frega nulla al 99.9998 % dell'umanita.
> >
> un motivo in piu' perche' siano liberi! Non tanto perche' possano servire
> ad altri oggi, quanto piuttosto perche' chi sara' al tuo posto nel giro di
> 20 anni non debba perdere la testa cercando di ricostruire quello che
> hai fatto.
>
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