Libro - biografia di Linus T.
Luca Giuzzi
giuzzi a dmf.unicatt.it
Lun 19 Nov 2001 10:41:55 UTC
On Mon, Nov 19, 2001 at 11:21:50AM +0100, Alfredo Quartini wrote:
>
> Lo so anche io che e' il fondatore di FSF.
> Semplicemente, cosi' come anche riportato in questo libricino, preferisco
> pure io usare open source al posto di "free", per evitare la possibile
> confusione free --> gratis.
>
>
Il problema grosso e' che "Open source" e "free software" sono due cose
distinte: Open Source e' improntata al principio (condivisibile ma
discutibile) che "software sviluppato in modo collaborativo e'
inerentemente migliore che non software sviluppato in un ambiente
chiuso" -- l'attenzione e' sulla qualita' dei programmi;
Free Software e' basata sul principio del "software libero" indipendentemente
da considerazioni di qualita' o di sviluppo `aperto'.
Il risultato finale e' apparentemente simile:
software libero e gratuito, i cui sorgenti sono disponibili e liberamente
modificabili. Il modo in cui si arriva a questo e' diverso.
La FSF non ha problemi con software sviluppato in modo `privato' purche'
le releases siano libere: vedi il caso di emacs pre-21 ad esempio. La
attenzione nel caso della FSF e' sui diritti dell'utilizzatore, diritti
che non possono essere revocati una volta assegnati... fra questi
dirtitti c'e' quello di usare il programma, di averne i sorgenti e di
poterli modificare e redistribuire senza restringere i diritti di chi
viene dopo. L'OSI parte da un presupposto piu' pragmatico e si rivolge
agli sviluppatori piuttosto che agli utilizzatori in generale: leggete
e correggete il nostro codice, per favore, in modo che sia possibile
risolvere i problemi senza dover investire in risorse dedicate.
Esistono licenze che sono accettabili dal punto di vista della OSI
ma non tollerabili per la FSF --- questo e' il problema.
Francamente, ritengo che la posizione della FSF sia piu' importante e
significativa per gli utilizzatori (e gli sviluppatori) di programmi.
Cio' non toglie che RMS faccia poco per rendersi simpatico (vedi la
polemica su GNU/Linux o la sua candidatura per la Gnome foundation);
resta il fatto che buona parte parte delle sue affermazioni corrisponde
ad istanze reali e concrete: la prima persona che vuole che sia possibile
leggere i propri dati nel giro di 10 anni e' l'utente, non lo sviluppatore
che (se interessato) provvede a migrare tutto sul nuovo sistema. Avere
formati e programmi liberi (nel senso di Free) rende questo possibile
[il codice e' la miglior documentazione]; avere formati che `oggi sono
liberi, ma potrebbero anche cessare di esserlo nelle prossime releases',
no!
[ESR mi e' molto meno simpatico, BTW]
Ciao,
lg
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