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R: domande e risposte utili prese da una mail privata...

Sky sky a lugbs.linux.it
Lun 11 Giu 2001 16:24:28 UTC
 Visto che sembra non essere reato parlare di queste cose (o almeno... non
ho notato il ghido in convulsioni) ti rispondo qui.  ;-)))

----- Original Message -----
From: marcoghidinelli <marcogh a atdot.org>
>>  Il mio discorso riguardava piuttosto gli standard: qualcuno mi sa
spiegare
>> il motivo per cui, se era cosi' bella la "biodiversita'" del mondo
>> opensource, e' stato creato FHS ?
> perche' cosi' si facilitava un po' la vita degli utenti, in modo da
> facilitare..che ne so.. la ricerca di un file di conf o di qualcosa
d'altro.

 Solo per i poveri utenti eh...  ;-)))

 E come fate allora tu e tutti gli altri "cazzoni" (in senso buono,
s'intende) a sbalordire "tutti quei poveri utenti" con frasi tipo "ma basta
prendere la libreria da /lib/modules/2.x.y/... e linkarla in /usr/lib/... "
se non ci sono standard ed io posso mettere tutto in /mylib/mods/2.x.y ecc.
ecc. ?  ;-)))))

 Questo NON per prendere per il cu£0 te (o altri)... non mi permetterei
mai... è che mi sembra un pò sottovalutato il valore degli standard: è vero
che per certi versi limitano la libertà... ma se questa fosse la loro unica
caratteristica nessuno li adotterebbe no ?

 Certo... è bellissimo creare un soft che s'installa in
/piopio/bellissimo/nuovissimo/ ma mi chiedo: si tratta di libertà... oppure
il programmatore ha solo voluto rompere i coglioni a tutta la comunità ?
(per la serie: "D: dove hai i file di configurazione ?", "R: in
/piopio/bellissimo/oggimivacosi/") ;-)))
 In fin dei conti il soft deve girare, mica scassare le palle: è quindi
"corretto" che il file strafigo.conf stia in /etc.
 E sono assolutamente favorevole al fatto che se i file sono due o più
vadano in /etc/strafigo/... mi pare ragionevolissimo (anche se qualcuno si
sarà sentito "limitato nella sua libertà").

> poi per permettere di fare pacchetti simili tra distribuzioni, e quindi
> facilmente portabili..
> e soprattutto per decidere ancora prima della fase di pacchettizzazione
> come pacchettizzare un programma, indipendentemente dalla distribuzione
> (sto parlando ancora del file tar, qui)

 Lancio il solito sasso nello stagno (sperando di non beccare in testa il
ghido come ho fatto invece l'ultima volta che se n'è parlato ;-))) e ti
domando: quale motivo, se c'è, impedisce secondo te di arrivare ad uno
standard di distribuzione comune che permetta di installare un pacchetto
.rpm (o altro) di una RH in una SuSE.
(no... non ho studiato... e che è, una novità ?) ;-)

>>  Se quest'esigenza non c'e'... come mai tante persone si fanno il culo
per
>> ottenere il benedetto standard ?
> gli standard sono fondamentalmente scomodi per alcuni, e comodi per altri.

 Sono comodi (a) per quelli a cui lavorare secondo uno standard (qualunque
esso sia purchè ragionevole) semplifica il lavoro, magari anche non subito
(se si devono adeguare ad uno standard non loro) ma nel medio/lungo termine,
(b) per quelli che stavano già seguendo quello standard. ;-)
 Sono scomodi (a) per quelli che ritengono irragionevole adottare quello
standard, (b) per quelli che dovrebbero riconvertirsi al nuovo standard, non
ne vedono i pregi e/o non gli va di farlo, (c) per quelli che non hanno mai
lavorato secondo uno standard e non hanno certo intenzione di cominciare
ora.

> se tu sei abituato da una vita a una distribuzione che ti mette i file di
> configurazione del pacchetto X da una parte, ti e' molto scomodo uno
standard
> che dice che quel file di conf lo devi da quel momento in un posto
diverso...

 Vero... ma posso cercare di vedere un pò più in la del mio naso, valutare
se (secondo me) il nuovo standard ha senso, vedere se è uno standard stabile
(di solito sono quelli sensati) o che cambia ogni settimana... e decidere se
il passaggio vale la pena: l'alternativa è essere "fuori standard" (con
tutto quel che ne consegue).

>>  E, tenendo presente quanto sopra, puoi giurare, adesso, che non verra'
mai
>> creato uno standard in materia di gestori di pacchetti ? (quando
>> praticamente tutto si puo' standardizzare e, a ben guardare, ci sono
anche
>> discreti motivi per farlo)
> qui il prob e' un altro: dietro alla gestione dei pacchetti ci sono
politiche
> di base di una distribuzione:
> slackware non usa alcun tipo di pacchettizzazione.. usa dei file tar che
si
> estraggono dalla / e creano directory e file nel posto giusto....
> redhat usa dipendenze da file (es: il pacchetto gigi chiede che esista il
file
> /usr/lib/libgigi.so )
> debian usa dipendenze da pacchetto( es: il programma gigi chiede che sia
> installato il pacchetto libgigi.deb )

 Più che "politiche" mi sembrano considerazioni tecniche (ok, ok... lo so
che intendevi quello). ;-)
 Ad ogni modo, magari col tempo, si scoprirà che un "metodo" per
l'installazione è "migliore" di altri (magari quando ne verrà creato uno
nuovo)... e la gente che crea le distro confluirà in quello senza dover
affrontare alcuna costrizione particolare ma magari semplicemente perchè
questo permette ai suoi pacchetti di girare su un numero più ampio di
piattaforme (o per altri ottimi motivi che ancora non sappiamo).
 Certo io non dico "meglio questo di quello" (penso si sia capito a
sufficienza che non ne so abbastanza)... però di solito il tempo risolve da
solo questo genere di cose per cui un sacco di gente si scorna in precedenza
(v. FHS).
 Spero solo che la futura decisione non venga presa unicamente su base
economica: la comunità Linux è un mondo troppo bello ed incredibile
(soprattutto agli occhi di gente come Bill eh eh) per ridurre tutto solo
allo scambio di $$$.
(ok, ok... basta filosofia o, come ha detto qualcuno, "parlare tanto e fare
poco"). ;-)

        Bye
        Sky





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