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Libro - biografia di Linus T.

Luca Giuzzi giuzzi a dmf.unicatt.it
Lun 19 Nov 2001 15:08:40 UTC
On Mon, Nov 19, 2001 at 03:46:29PM +0100, Alfredo Quartini wrote:
> 
> 
> interessante...
> Pero' continuo a pensare che non tutto il software possa essere open
> (pardon, free).
> Per esempio, mi riferisco ad alcuni programmi che uso per lavoro e di cui
> non frega nulla al 99.9998 % dell'umanita.
> 
un motivo in piu' perche' siano liberi! Non tanto perche' possano servire
ad altri oggi, quanto piuttosto perche' chi sara' al tuo posto nel giro di
 20 anni non debba perdere la testa cercando di ricostruire quello che 
 hai fatto.

Un esempio concreto:
 una azienda X produce un ottimo programma di trattamento testi Y che 
 gira sotto architettura Z
 il prodotto Y viene usato per comporre e archiviare un sacco di documenti
 in ditta
 l'architettura Z esce di produzione (pensa al sistema operativo, alla
 piattaforma, etc.) e la azienda X smette di mantenere il prodotto Y

Risultato: i documenti composti con Y non sono piu' accessibili...
  La soluzione a questo punto e' quella di pagare uno sviluppatore che
 ricostruisca il formato dati usato da Y e che scriva un nuovo programma che
 interpreti i files sul nuovo computer... d'altro canto non e' detto che
 i documenti vengano riletti ESATTAMENTE come apparivano una volta in
 quanto non c'e' piu' il programma per verificare che le cose funzionino.

Ogni riferimento alla terna (giusto per non dire che ce la prendiamo 
 sempre e solo con i produttori di un oggetto che si chiama `finestre' e
 al loro programma `parola')

 (X,Y,Z)=(Softlogick, Pagestream, Amiga)

in contrasto a

 (X,Y,Z)=(Knuth, TeX, *)

e' puramente intenzionale...

Ciao,
 lg

P.S.
 Knuth e' stato estremamente rigido sul fatto che, assegnato un file
 in input, TUTTE le implementazioni presenti e future del TeX devono
 fornire lo stesso output: Cosi' deve essere!



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